Da Francesco Salvi agli Elio e le Storie Tese, da Marco Carena ai Figli di Bubba, passando per i Pandemonium e Le figlie del vento. Viaggio serissimo nel comico-demenziale sanremese.
Ogni anno, da 65 anni, Sanremo produce e genera Fiumi di parole e Vaffanculo. Eppure c'è chi, con intento più o meno dissacrante, ha frantumato schemi melodici e rime baciate per fare l'unica cosa che vale davvero la pena di fare a Sanremo: non prendersi troppo sul serio. Prima - e in molti casi, meglio - del duo Biggio-Mandelli (leggi i Soliti idioti) un manipolo di temerari ha proposto brani ironici, provocatori, demenziali o semplicemente nonsense. Artisti molto diversi tra loro, ma accomunati dalla voglia di darle, prima di prenderle: le pernacchie.
[1996] Elio e le Storie Tese - La terra dei cachi
[2013] Elio e le Storie Tese - La canzone mononota
[1973] Le figlie del Vento - Sugli sugli bane bane
[1979] I Pandemonium - Tu fai schifo sempre
[1989] Francesco Salvi - Esatto
[1990] Francesco Salvi - A
[1988] I Figli di Bubba - Nella valle dei Timbales
[1991] Marco Carena - Serenata
Naturalmente, mancano all'appello tutti quelli che hanno fatto ridere loro malgrado. Ma in questo caso l'elenco sarebbe troppo lungo e l'impresa troppo ardua, e poi c'è già l'ottimo SanreMostri: un archivio di aborti compositivi in cui potete trovare orrori come questo:
Maria Grazia Impero - Tu con la mia amica
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